SACE per le imprese siciliane
SACE incontra oggi a Palermo le imprese siciliane, nel primo Convegno organizzato insieme a Confindustria Sicilia, per un confronto sulle crescita e sulle strategie da adottare per intraprendere percorsi di internazionalizzazione efficaci.
Solo nell’ultimo anno, oltre 5 mila aziende provenienti dal Centro-Sud, in prevalenza Pmi, si sono rivolte a SACE per sostenere le proprie attività di export e internazionalizzazione. Nei loro confronti SACE ha concluso operazioni per circa 1,5 miliardi di euro, servendo circa 500 imprese in Sicilia: un segnale positivo da cui trapela un evidente potenziale ancora da cogliere per le imprese della Regione, a cui SACE dedica l’incontro di oggi.
“La crescita è una priorità assoluta per l’Italia, e lo è ancor di più per la Sicilia. E l’export è una leva fondamentale per rilanciare l’economia – ha dichiarato il presidente di SACE, Giovanni Castellaneta, in apertura dei lavori -. In un nostro Studio recente stimiamo che, rafforzando la nostra internazionalizzazione, potremmo recuperare ben 9 punti di Pil nei prossimi quattro anni: una sfida alla portata delle imprese di questo territorio, come dimostrano gli esempi eccellenti qui con noi quest’oggi. Per questo vogliamo ripartire proprio da qui, per puntare insieme verso i mercati del futuro, dove il ruolo di SACE può davvero fare la differenza”.
“Confindustria Sicilia – ha sottolineato il vicepresidente degli industriali siciliani con delega all’internazionalizzazione, Nino Salerno – sta lavorando molto per sostenere le imprese sui mercati esteri. È per questo che siamo ben lieti di aver ospitato questo incontro con Sace e siamo certi sia servito per far conoscere agli imprenditori tutti gli strumenti a loro disposizione”.
“L’export rappresenta oggi un canale fondamentale per le imprese che vogliono stare sul mercato – ha affermato Giorgio Cappello, presidente della Piccola Industria di Confindustria Sicilia –. Noi, come Piccola Industria ci siamo dati un obiettivo: triplicare le esportazioni della manifattura siciliane entro il 2020. Ed in quest’ottica SACE rappresenta un elemento fondamentale della ‘cassetta degli attrezzi’ di cui dobbiamo dotare le imprese che vogliono accettare la sfida \dell’internazionalizzazione”.
Export siciliano: quali i trend?
Sebbene l’andamento dell’export siciliano continui a risentire della performance del settore dei prodotti raffinati, segnali positivi giungono da comparti tipici del manifatturiero italiano che hanno mostrato tassi di crescita interessanti nell’ultimo anno e che, in prospettiva, potranno offrire le migliori opportunità per l’export della regione.
In particolare, l’export di macchinari per l’industria ha registrato un incremento dell’8,8% nei primi sei mesi del 2014, mentre quello agroalimentare è cresciuto del 3,6%, spinto soprattutto dalla performance dei distretti (dei pomodori pachino di Ragusa e Siracusa, dell’ortofrutta di Catania, dei vini di Agrigento, Palermo e Trapani), sorti in anni recenti come soluzione alternativa agli effetti della crisi e che solo nel 2013 hanno esportato per più di 200 milioni di euro.
Grazie al posizionamento geografico strategico, i mercati di riferimento per le esportazioni siciliane sono oggi principalmente quelli nordafricani e mediorientali: la Turchia in primis, che da sola pesa per il 12,5% dell’export totale, seguita da Libia, Egitto, Algeria, Tunisia, Emirati Arabi e Arabia Saudita. Da segnalare anche il buon posizionamento in mercati più lontani come Corea del Sud e Sud Africa.
Ma i migliori margini di crescita nel medio-lungo periodo proverranno da mete ancora poco presidiate in Asia (come Tailandia e Vietnam), Africa sub-sahariana (come Angola e Kenya) e America Latina (oltre al Brasile, anche Cile e Perù), con margini interessanti sia in settori a elevato contenuto tecnologico come i macchinari per l’industria, sia in settori più tradizionali, ma in forte sviluppo, come l’agroalimentare.
Principali operazioni di SACE con imprese siciliane
Tra le imprese siciliane che si sono rivolte a SACE vi sono un crescente numero di aziende di dimensioni piccole e medie, attive nei comparti dei beni di consumo a maggior proiezione internazionale: dal Made in Italy più tradizionale e tipico (agroalimentare) a quello più tecnologico:
Tecnologie per le energie rinnovabili e impianti d’irrigazione
SACE ha assicurato, per un valore complessivo di 470 mila euro, la fornitura chiavi in mano di due impianti fotovoltaici in Kenya da parte di Cappello Alluminio, Pmi ragusana attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti in alluminio e nella verniciatura industriale.
SACE ha garantito un finanziamento da 31 milioni di euro, su base project finance, per il parco fotovoltaico “Librandello” a Chiaramonte Gulfi (Ragusa) di Solar Energy Italia 6. L’impianto ha una potenza complessiva di 9,2 megawatt.
SACE ha garantito un finanziamento da 2,5 milioni di euro erogato per le spese di capitale circolante per le forniture verso il Nord Africa ed Europa di Irritec, società di Messina tra i principali player nella produzione e commercializzazione di prodotti e soluzioni per l’irrigazione, la termoidraulica e l’acquedottistica.
Impiantistica per l’oil&gas
SACE ha emesso garanzie fideiussorie per la costruzione di impianti chimici e petrolchimici in Europa da parte di SIM, azienda di Siracusa specializzata nella fabbricazione e montaggio di tubazioni, strutture d'acciaio e macchinari per il sollevamento nel settore petrolchimico.
Con un impegno di 2,5 milioni di euro, SACE ha assicurato contro i rischi di natura politica la costruzione dello stabilimento produttivo in Tunisia di Sicep, azienda catanese leader nel Sud Italia nella progettazione, produzione e messa in opera di manufatti in calcestruzzo e strutture prefabbricate per l’edilizia, la logistica e le infrastrutture.
Macchinari per l’industria agroalimentare
SACE ha assicurato per 100 mila euro la fornitura di macchinari per la spremitura automatica degli agrumi commissionati da un’impresa indiana a Oranfresh, azienda catanese specializzata nella produzione e vendita di macchinari per l’industria agroalimentare.
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