SACE presenta a Vicenza il Rapporto Export 2017: export italiano +4% nei prossimi quattro anni, € 490 miliardi nel 2020
E' un futuro in accelerazione, tra ripresa e profondi cambiamenti, quello che attende l’export italiano nei prossimi quattro anni. Questo il quadro delineato da “Export Unchained. Dove la crescita attende il Made in Italy”, l’ultimo Rapporto Export di SACE – che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP -, presentato oggi alle imprese venete ad Altavilla Vicentina.
Al centro dell’incontro, che si è tenuto a Villa Valmarana Morosini con alcune aziende protagoniste dell’export regionale – Faresin Building, Simem, DOpla, Pedon Group –, le previsioni export per mercati e settori, e gli strumenti assicurativo-finanziari attraverso cui le aziende venete possono aumentare la propria competitività a livello globale.
"L'export Italiano sta facendo benissimo nel 2017 e il Nord Est si conferma uno dei principali motori di crescita. La ritrovata vitalità della imprenditoria del Nord Est, insieme alle performance incoraggianti dei primi mesi dell'anno, ci porta a guardare con ottimismo al futuro dell'export Italiano, per il quale prevediamo un 4% medio annuo per il 2017-2020 – ha dichiarato Alessandro Decio, Amministratore Delegato di SACE –. Non mancano le opportunità per i settori più rappresentativi dell’export del Veneto, che si conferma la seconda regione per vendite all’estero. Un territorio in cui, nel 2016, SACE e SIMEST hanno mobilitato 2,2 miliardi di euro di risorse in favore di 3.000 imprese”
"Le risorse mobilitate da SACE e SIMEST consentono alle nostre imprese di essere presenti su mercati molto più dinamici di quello domestico, sia per quanto riguarda l'export sia per quanto riguarda gli investimenti produttivi - ha dichiarato Salvatore Rebecchini, Presidente di SIMEST -. In questa maniera SACE e SIMEST concorrono a incentivare lo sviluppo del Made in Italy e lo sviluppo del Made With Italy, con benefici per la crescita dei ricavi e dell'occupazione in Italia".
Andamento dell’export veneto: focus settori e mercati di opportunità
Il Veneto è la seconda regione italiana a esportare di più, dietro soltanto alla Lombardia. Nel 2016 l’export veneto ha superato i 58 miliardi di euro (+1,3%), pari al 14% del totale nazionale. Una performance positiva che si pone in continuità con il processo di crescita mai arrestatosi dal 2010.
Cinque settori rappresentano circa il 70% del totale esportato dal Veneto: meccanica strumentale, tessile e abbigliamento, altra manifattura, metallurgia, alimentari e bevande. Fatta eccezione per i prodotti del settore metallurgico, l’export degli altri quattro ha osservato una crescita nel 2016 (dal +0,2% del tessile e abbigliamento al +2,4% della meccanica strumentale, sino al +6,6% di alimentari e bevande). Buon andamento anche per l'export di prodotti agricoli, chimico-farmaceutici, in legno e articoli in gomma e plastica che, insieme, rappresentano oltre il 15% dell’export regionale.
Le destinazioni dell'export veneto sono un buon mix di mercati dell’area UE (59,1%) ed extra-UE (40,9%). Quasi un terzo del totale è rappresentato da Germania, Stati Uniti e Francia. Verso gli Stati Uniti si è registrato un aumento del 3,7% dell’export nel 2016, trainato dall’altra manifattura (tra cui mobili e gioielli), prodotti alimentari e articoli in gomma e plastica. Bene anche l'export verso la Francia (+2,8%) e Germania (+1,3%). In forte crescita l'export verso Cina (+10,4%), Polonia (+5,9%) e Spagna (+5,5%).
Nel primo trimestre del 2017 l'export Veneto ha registrato un aumento del 7,1%, con ottime performance sia nei mercati UE che extra-UE. Oltre ai mercati di punta, con in testa gli Stati Uniti (+10,7%), si registra un ottimo andamento nei Paesi dell'Est Europa, quali Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, e Cina. Paesi che SACE include nel paniere di mercati di opportunità per le aziende venete insieme a Spagna, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti e Messico. Importanti opportunità di crescita possono essere colte anche in paesi dal profilo di rischio medio-alto (mercati del Nord Africa, Sudafrica e Turchia), ricorrendo a coperture assicurative adeguate.
Export italiano | Previsioni 2017-2020
Si apre finalmente una fase molto più favorevole della precedente per le esportazioni italiane di beni. Complice la ripresa degli investimenti in alcuni mercati emergenti, la neutralizzazione del ciclo avverso del petrolio e il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, il nostro export si prepara dunque a un cambio di marcia sostanziale, mettendo a segno, dopo la performance moderata del 2016 (+1,2%), una crescita a un tasso medio del 4% nei prossimi quattro anni, fino a raggiungere nel 2020 il valore di 489 miliardi di euro. Di pari passo, aumenterà l’incidenza dell’export di beni e servizi sul Pil, che, già salita dal 25,8% del 2010 al 30,4% del 2016, arriverà al 32,4% entro il 2020.
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