Come Gruppo Permare coniuga crescita e sostenibilità nel settore nautico
Parla Barbara Amerio la CEO e Sustainability Director dell’azienda storica ligure, celebre per il proprio marchio di imbarcazioni ‘Amer Yachts’, in occasione della presentazione della Mappa dei Rischi e delle Opportunità di SACE. Innovazione continua e ricerca dell’eccellenza sono i due pilastri su cui si fonda la storia di Permare, Pmi ligure specializzata nella costruzione di imbarcazioni di lusso, nata nel 1973 dall’amore per la navigazione della famiglia Amerio, tramandato di generazione in generazione, e dalla volontà di fare impresa nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
La sostenibilità come chiave di successo di Permare
Il Gruppo, celebre per il proprio marchio di barche “Amer Yachts” nato negli anni ’90, ha fatto della sostenibilità del settore nautico la propria mission. Un percorso che l’ha portata a realizzare una barca da record: un’imbarcazione 94 piedi, ovvero di circa di 30 metri, che può navigare da Venezia a Ibiza con un solo pieno.
“I nostri Yacht consumavano 10 litri di carburante per ogni miglio percorso”, ha raccontato in occasione della presentazione della Mappa dei Rischi e delle Opportunità 2023 di SACE Barbara Amerio che ha ereditato il timone dell’azienda dal padre Fernando nel 2009. “Quindi, ci siamo chiesti come potevamo ridurre i consumi e, di conseguenza, le emissioni climalteranti. Per farlo abbiamo realizzato una barca da 20 tonnellate, più leggera rispetto ai nostri standard ma solida, e grazie alla partnership con Volvo Penta, la ditta svedese leader mondiale nella fornitura di motori all’avanguardia, siamo riusciti ad abbassare questa barriera portandola a 3.1 litri per miglio, che rappresenta tutt’ora un risultato imbattuto”.
Un primato frutto di tanti punti di forza: l’aver puntato sulla qualità, sulla ricerca, sul servizio ai clienti “family feeling”, e, non ultimo, sull’aver sempre reinvestito gli utili per sviluppare nuovi progetti.
Come rendere sempre più sostenibile il settore nautico? Questa è la domanda che continua a guidare la crescita dell’azienda, che, come tante eccellenze italiane, ha trovato la propria risposta nell’integrare la sostenibilità a 360 gradi nei processi produttivi. “Abbiamo chiesto alla filiera di lavorare con noi, trovando delle soluzioni alternative a quelle tradizionali: è stato molto coinvolgente, erano tutti contenti di poter contribuire a un obiettivo comune. Attualmente stiamo lavorando su diversi fronti, tra cui un progetto per prevenire l’invecchiamento e il deterioramento dei materiali di cui sono fatte le barche. E proprio sul tema dei materiali, a dicembre abbiamo ottenuto la certificazione Rina per l’utilizzo di fibre di basalto che in abbinamento a bio-resine diventano un composito che a fine vita può essere totalmente riciclato. Abbiamo ottenuto il via libera all’utilizzo strutturale, per cui possiamo partire con la sperimentazione che faremo nei prossimi anni”.
L’esportazione all’estero del gruppo Permare
Il Gruppo è un esportatore abituale e ha realizzato negli ultimi 40 anni una produzione artigianale considerata di nicchia, con oltre 90 yacht su misura per una clientela italiana ed estera, proveniente da USA, Medio Oriente, Paesi arabi e Far East, anche grazie al supporto della vasta gamma di strumenti assicurativo-finanziari di SACE.
“Sono subentrata a mio padre alla guida dell’azienda – ha spiegato Barbara Amerio - in un periodo di crisi del settore nautico, in una congiuntura economica tutt’altro che favorevole. Noi abbiamo superato quel momento difficile grazie ai clienti russi e della zona balcanica, che poi man mano sono andati scomparendo, fino a essere sostituiti da altri Paesi di destinazione. Gradualmente è ripartito il mercato italiano ed europeo, al quale oggi vendiamo prevalentemente imbarcazioni sotto i 24 metri per una questione legislativa legata alle patenti nautiche, mentre l'export extraeuropeo tocca le barche più grandi. Attualmente stiamo costruendo una barca di 74 metri, che è la nostra impresa più impegnativa”.
Una crescita che segue l’onda di “un momento magico per la nautica”. “Post-covid – ha concluso la CEO – il fatturato è raddoppiato, gli utili sono cresciuti e abbiamo registrato un incremento dei numeri in tutti i cantieri italiani: probabilmente dipende dal fatto che andare per mare significa libertà e della libertà abbiamo tutti un gran bisogno”.
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